Nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente le notizie sulla musica europea sembrano affievolirsi sino all’avvento del nuovo millennio. Le opere superstiti riprendono con grande rispetto il pensiero di filosofi greci come Pitagora, Platone e Aristosseno, senza però offrire uno spaccato sulla vita musicale del periodo. Dal punto di vista organologico troviamo solo poche informazioni estrapolate dalle lunghe dissertazioni sulla teoria musicale. Molti degli strumenti che troveremo erano già conosciuti durante il periodo ellenistico e, successivamente, adottati nella musica romana.
Boezio, Cronache di Norimberga, 1493, Wikimedia Commons
Boethius – De Institutione Musica (500-507 ca.)
Cinque libri in latino dedicati alla musica che hanno rappresentato un punto di riferimento fondamentale per i teorici del Medioevo e del Rinascimento. Nonostante questo, gli strumenti musicali all’interno dell’opera hanno un ruolo marginale e vengono solo citati brevemente.
Timoteo di Mileto, poeta greco del V-VI sec. a.C., viene ricordato per aver aggiunto quattro corde alle sette comunemente adoperate sulla ‘cithara’ ed aver così introdotto un nuovo genere cromatico.(1) Boezio cita poi la ‘tibia’ ricurva suonata in occasione dei funerali e le ‘tubae‘ utilizzate per incitare l’animo dei soldati alla battaglia (2).
Con ‘quae aqua moventur’ (3), ‘azionati dall’acqua’, viene fatto riferimento all’hydraulos, un organo idraulico già descritto da Ctesibio nel III a.C., di cui abbiamo testimonianza iconografica di epoca romana in un mosaico a Pompei.
‘Aut percussione quadam, ut in his, qaue concava quaedam aerea feriuntur, atque diversi efficiuntur soni’ (4) in questo caso si parla di percussioni di forma concava in bronzo che producevano diversi suoni.
Boezio racconta anche la leggenda secondo la quale Pitagora, passando vicino ad un fabbro, avrebbe percepito la consonanza di alcune note prodotte dal battere di martelli di diverso peso. (5) Studiato questo fenomeno costruì il monocordo per provare le proporzioni su una corda tesa fra due punti. Questo strumento lo ritroviamo nei trattati di musica medievali, quasi esclusivamente al fine di illustrare concetti di teoria o, come proporrà Guido D’Arezzo, per educare i pueri cantores.
Cassiodoro, Cronache di Norimberga, 1493, Wikimedia Commons
Cassiodorus – Institutiones divinarum et saecularium litterarum (550-562 ca.)
Le ‘Istituzioni’ di Cassiodoro sono un’enciclopedia dedicata alle Sacre Scritture e alle arti liberali. Nella sezione intitolata ‘De musica’ descrive gli strumenti musicali dividendoli in tre classi e dandone una breve descrizione.
Percussionalia: sono coppe di bronzo, argento o altro metallo, che producono un dolce tintinnio quando colpite.
Tensibilia: strumenti a corda, che, quando suonati con il plettro, dilettano i sensi: di questa classe fanno parte diversi tipi di cithara.
Inflatilia: riproducono il suono della voce quando l’aria viene soffiata aria al loro interno. Sono: tubae, calami, organa, panduria e altri simili.(6)
Con ‘calami’ si intende probabilmente la tibia, strumento ad ancia derivato dall’aulos greco e per ‘panduria’ lo strumento formato di canne da fiume di diversa lunghezza, la cui nascita era attribuita alla figura mitologica di Pan.
Il termine ‘organa’ può fare riferimento anche in questo caso all’hydraulos, anche se il termine organa in greco poteva indicare in modo generale gli strumenti musicali.
Cassiodoro sostiene che ci sia uno stretto collegamento tra musica e religione: “ut Decalogi decachordus, tintinnus citharae, tympana, organi melodia, cymbalorum sonus.” (7) Cithara, tympana e cymbala li ritroviamo nel Salmo 150: 3-5:
…
“Lodatelo con squilli di tromba,
lodatelo con arpa e cetra;
lodatelo con timpani e danze,
lodatelo sulle corde e sui flauti.
Lodatelo con cembali sonori,
lodatelo con cembali squillanti;”
…
Invece il ‘decachordum‘, strumento a dieci corde, viene citato nel Salmo 143 (144): “Deus canticum nouum cantabo tibi, in psalterio decacordo psallam tibi.”
Oltre agli strumenti ispirati dal Libro dei Salmi troviamo un altro possibile riferimento all’organo idraulico con “organi melodia”.
Il ‘psalterium’ è nominato il più importante fra gli strumenti per le sue virtù celestiali e graziosa melodia.(8)
Isidoro di Siviglia – Etymologiae (600-625 ca.)
Un’enciclopedia divisa in venti libri divisi per materie commissionata dal vescovo di Saragozza Braulione. Il libro III intitolato ‘ De mathematica’ contiene una sezione dedicata alla musica.
Individua il materiale musicale in tre divisioni:
La prima divisione è chiamata ‘harmonica’(9)ed è la melodia della voce.
La seconda divisione è detta ‘organica’(10), composta dagli strumenti il cui suono è prodotto dall’aria: tubae, calami, fistulae, organa, pandoria e strumenti simili.
Viene specificato che ‘organum’ può essere utilizzato per indicare tutti gli strumenti.
Isidoro nomina più volte le tubae citando Virgilio VIII, 526 e il Salmo 81:4 e sostiene che non fossero impiegate solo in battaglia, ma anche per occasioni liete.
L’invenzione della tibia viene attribuita ai frigi, abitanti della regione dell’Anatolia centrale, e indicata l’origine del nome, derivato dalle ossa di cervo o cerbiatto con cui veniva fabbricata. Specifica anche che venivano chiamate tibiae anche strumenti fabbricati con altri materiali. ‘Calamus’, indica in generale la canna da fiume. ‘Fistula’ è un flauto a canne la cui nascita è attribuita secondo alcuni a Mercurio, per altri a Fauno, che i greci chiamano Pan. Poco dopo cita la ‘panduria’ nuovamente facendo riferimento Virgilio (Bucoliche II, 32):
“Pan primus calamos cera coniugere plures
instituit, Pan curat ovis oviumque magistros.”
La terza divisione è quella ‘rytmica’ (11) e comprende i diversi tipi di cithara, tympanum, cymbalum, sistrum, acetabula aenea argentea.
Tubal viene indicato come inventore della cithara, secondo il Libro della Genesi, mentre per i greci sarebbe Apollo.
La cithara definita come ‘antica’ aveva sette corde secondo quanto riportato nell’Eneide (VI, 646) ‘Septem discrimina vocum’. Questo può indicare che citharae con un maggior numero di corde fossero in uso.
Il salterio, ‘psalterium’ o anche detto ‘canticum’, assomiglia alla ‘cithare barbaricae’ e ha forma della lettera greca delta. Sottolinea la differenza tra cithara e psalterium:la cithara ha cassa di legno nella parte inferiore, mentre il psalterium nella parte superiore.
Come Cassiodoro, anche Isidoro parla del ‘decachoron’ descrivendolo come un salterio dotato di dieci corde utilizzato presso gli ebrei.
L’invenzione della ‘lyra’ viene attribuita a Hermes ed era realizzata con un carapace di tartaruga.
Il ‘tympana’ era una pelle tesa su una cornice di legno simile ad un setaccio.
I ‘Cymbala’ sono di forma concava in metallo e vengono fatte urtare fra di loro e vengono suonate mentre si danza. Il ‘sistrum’, strumento in metallo, viene ricondotto alla divinità egizia Iside.
‘Tintinnambulum’ è così chiamato dal suono che produce, così come ‘plausus mano’, gli applausi e ‘stridor valvarum’, il cigolio delle porte.
‘Symphonia’ viene chiamato dal popolo un legno cavo con entrambe le aperture ricoperte da una pelle che, suonato con piccole bacchette, produce un piacevole suono grave e acuto.
Conclusioni
Risulta difficile delineare un quadro della situazione organologica durante l’Alto Medioevo. Le opere prese in considerazione fanno riferimento a filosofi e letterati classici greci e romani, così come all’Antico Testamento, rendendo complicato capire quali strumenti musicali fossero realmente in uso e quali facciano riferimento al passato o alla leggenda. Isidoro, in alcuni casi, fa riferimento ai termini ‘vulgo appellatur’, come vengono chiamati dal popolo, stabilendo un possibile collegamento con le usanze del tempo. Nell’articolo ho mantenuto i nomi in latino per evitare eventuali problemi terminologici. Una lista riassuntiva dei possibili strumenti musicali viene riportata a seguire con una breve descrizione. Alcuni strumenti sono stati volontariamente omessi perché trovavano riscontro solo nella leggenda della loro nascita o in un periodo differente da quello preso in esame.
Tubae, hydarulos e cornu, Mosaico di Zliten in Libia, 200 d.C., Wikimedia Commons
(l’immagine è di un periodo precedente, ma richiama i medesimi strumenti tubae e hydraulos)
Cithara: è uno strumento a corda con cassa e due bracci in legno fra i quali era posta una traversa per tendere le corde. Con una mano le corde venivano pizzicate con l’ausilio di un plettro e con l’altra il musicista poteva bloccarne la vibrazione.
Psalterium: è uno strumento a corda la cui cassa si trova al di sotto delle corde, che passano parallele ad essa.
Tuba: è una tromba naturale, i suoni prodotti sono armonici naturali del suono fondamentale. Solitamente realizzata in bronzo, era utilizzata soprattutto in ambito militare.
Tibia: nome romano per l’aulos greco, è uno strumento ad ancia doppia realizzato in canna, osso o legno. Solitamente era doppio, formato da due canne, e il suonatore doveva imboccare due ance.
Hydraulos: organo idraulico in cui l’aria è spinta verso canne di diversa lunghezza grazie a dei vasi comunicanti con dell’acqua al loro interno.
Panduria: nome romano per la syrinx greca, è uno strumento formato da canne da fiume di diversa lunghezza, tenute insieme da cera d’api.
Tympana: tamburo a cornice.
Cymbala: sono due oggetti in metallo che vengono fatti urtare uno contro l’altro, solitamente di forma concava.
Symphonia: tamburo a doppia pelle percosso con bacchette. Le pelli potevano avere due suoni differenti, uno più grave ed uno più acuto.
(Campane): strumenti in bronzo che producono diverse note a seconda della grandezza.
Tibia, cymbala e tympana, Mosaico di Pompei, 100-150 a.C., Wikimedia Commons
(l’immagine è di un periodo precedente, ma richiama i medesimi strumenti tibia, cymbala e tympana)
Quale fosse la musica suonata con questi strumenti rimane ancor più un mistero…
Note:
- Anicii Manlii Torquati Severini Boetii, ‘De Institutione Arithmetica, libri duo, De Institutione Musica, libri quinque’, 500-507 ca., edited by Godofreus Friendlein, Lipsiae (1867), pp. 184.
- Ibid. pp. 186
- Ibid. pp. 189
- Ibid. pp. 189
- Ibid. pp. 196-197
- Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator, ‘Institutione divinarum et saeculiarum litterarum’, 550-562 ca., [Col.1209C-D]
- Ibid. [Col.1209A-B]
- Ibid. [Col.1209B]
- Isidoro di Sivigia, ‘Etymologiae’, 600-625 ca., [Libro III, xx]
- Ibid. [Libro III, xxi]
- Ibid. [Libro III, xxii]
Bibliografia:
- Oliver Strunk, ‘Source readings in Music History’, 1988, Faber and Faber, London.
- Anicii Manlii Torquati Severini Boetii, ‘De Institutione Arithmetica, libri duo, De Institutione Musica, libri quinque’, 500-507 ca., edited by Godofreus Friendlein, Lipsiae (1867)
- Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator, ‘Institutione divinarum et saeculiarum litterarum’, 550-562 ca.
- Isidoro di Sivigia, ‘Etymologiae’, 600-625 ca.